LEZIONI DI BATTERIA A FIRENZE  - Per studiare la batteria con Daniele Trambusti:   lezioni.di.batteria@danieletrambusti.it

COME STUDIARE LA BATTERIA

Premesso che “grandi risultati” richiedono “grande impegno” e che lo studio della tecnica va sempre abbinato allo sviluppo del linguaggio e della musicalità, non tutti quelli che si avvicinano alla batteria aspirano necessariamente a diventare dei “mega-pro“ con la tecnica di Dave Weckl, l’inventiva di Buddy Rich, la versatilità di Steve Gadd, il genio di Tony Williams, la precisione di Vinnie Colaiuta o la velocità di Virgil Donati. Molti si accontentano e si realizzano imitando il “groove” di Bernard Purdie o di John Bonham divertendosi come dei matti nel tempo libero con gli amici.

Tutti i differenti approcci a questo meraviglioso strumento richiedono un differente impegno ma per ottimizzare il poco/tanto tempo che si  dedica  alla pratica e bene tenere presente quanto segue:


parole chiave: musicalità, comunicativa

Sia che raggiungiate una tecnica eccelsa o che vi accontentiate di ciò che vi basta per divertirvi, tenete sempre presente che la batteria è uno strumento musicale, non un attrezzo ginnico. Il “messaggio” non potrà mai essere la tecnica, a meno che non abbiate una platea di soli batteristi professionisti (sconsiglabile).

Jim Chapin (video a lato) diceva: “Non ha nessun senso diventare un gigante della tecnica se non si è un gigante di musicalità” e ancora il grande Peter Erskine: “Play what you mean e mean what you play” cioè “suona quello che pensi e dai sempre un significato a quello che suoni”.


QUALITA’ DELLO STUDIO

Non vale tanto quanto si studia (ovvio, più lo si fa e meglio è) ma come.

Si impara ciò che si ripete, per cui una ripetizione erronea porterà all’assimilazione dell’errore e alla sua ripetizione tutte le volte che, suonando, userete i vostri automatismi acquisiti (in questo caso sbagliati).

Un esercizio ripetuto, ad esempio, troppo velocemente con rigidità, vi porterà ad irrigidirvi tutte le volte che lo usate suonando. La giusta velocità di esecuzione (cioè quella che vi permette di ripetere senza nessun errore) e la ripetizione protratta nel tempo sono il vero “trucco” per una studio ottimizzato e realmente funzionale.


RIPETIZIONE PROLUNGATA

Lo studio della tecnica strumentale si basa principalmente sull’acquisizione di coordinazione e manualità, quindi è strettamente legato a come il nostro sistema nervoso immagazzina e memorizza queste informazioni (memoria muscolare).

L’importante è ripetere il più a lungo possibile, senza interruzioni e con il giusto movimento. Quindici  minuti con continuità servono molto di più di un ora con continue interruzioni.

Passate alla velocità superiore finché non siete in grado di ripetere  l’esercizio a lungo, confortevolmente e senza errori.


PERIODICITA’

Avete solo venti minuti a disposizione? Bene usateli per un solo esercizio, alla giusta velocità senza fermarvi mai e avrete sfruttato al massimo il vostro tempo. Pensate un po’ a quante volte in una giornata potete avere una manciata di minuti a disposizione per prendere in mano bacchette e pad (o meglio la batteria)?

Il resto dipende dai risultati che volete ottenere, è ovvio che se il vostro fine il “mega-pro” di cui sopra, con i ritagli di tempo non andrete certo molto lontani! Come dicevo e ripeto “grandi risultati” richiedono “grande impegno”.


CONTESTO

Un altro consiglio importante è quello di studiare come suonerete: che vuol dire? Semplice, quando studiate un determinato argomento tenete presente sempre il contesto dove andrete ad eseguirlo. Tenete presente la dinamica sonora con la quale andrete a confrontarvi, se in sala prove o sul palco avete da combattere con diverse centinaia di Watts scatenati, cercate, durante lo studio , di tenerlo presente per adeguare la dinamica di quello che praticate. Ricordate maggior volume richiede molto più movimento e di conseguenza dispendio di energie, per cui se non siete adeguatamente allenati, renderete la metà che nella tranquillità (e quiete) domestica.


IL METRONOMO

Il batterista è un po’ il “direttore d’orchestra” di un gruppo musicale ma principalmente l’anima ritmica. Va da se che la sicurezza e la concretezza ritmica devono essere i suoi principali obbiettivi.

Da qui la secolare domanda: studiare o no con il metronomo?

Io risponderei: certo che si, ma non sempre.

Ci sono molti metodi per solidificare la percezione ritmico-temporale. Ricordate sempre di verificare la vostra “tenuta” in assenza di click. In questo può aiutare una batteria elettronica programmata per suonare  alcune battute col click ed alcune senza e così accorgersi se, continuando a suonare, rimanete a tempo. La stessa cosa la potete fare col metronomo battendo il tempo e, una volta fermato, continuare a battere il tempo , per poi riaccenderlo e controllare la “tenuta” ritmica.

Durante le registrazioni di “UDS” di Piero Pelù ho avuto l’onore e il piacere di lavorare con Vinnie Colaiuta e ricordo questo piccolo “tip” riguardo al suonare col click: “E’ un po’ come camminare insieme ad un’altra persona, ti devi sincronizzare col suo ritmo, ma se ti concentri  su ogni singolo passo  rischi di cadere!”.

Cioè: non si deve fare il tiro a segno su ogni singolo beat ma è importante sincronizzarsi per “camminare” insieme al metronomo.


REGISTRARSI PER RIASCOLTARE

Il metronomo fortifica il vostro senso del tempo ma non vi da nessuna informazione sull’interpretazione ritmica, la dinamica o lo swing. Per questo potersi registrare diventa utilissimo per tenere il vostro “groove” sotto controllo. Solo confrontando l’intenzione durante l’esecuzione e il risultato riascoltando si può capire se il tempo, la dinamica, il fraseggio ecc. corrispondono a quello che intendevamo fare.


STUDIARE ALLO SPECCHIO

Utile per controllare l’impugnatura, il movimento e la postura. Tre cose che se guardate da un’altra angolatura possono rivelare eventuali vizi nascosti.

Se poi avete la possibilità di video-registrarvi unirete i vantaggi della registrazione audio a quelli dello....specchio.


ESSERE CURIOSI E ASSETATI DI MUSICA

Cercare di carpire i segreti dei “grandi” che ci affascinano con il loro modo di suonare, frequentando seminari, dimostrazioni e lezioni pubbliche può essere un buon modo per accrescere il proprio “sapere” batteristico, anche se sono pochi i seminari che hanno una valenza didattica accettabile, dato che la maggior parte finiscono per essere delle lezioni di matematica abbinata alla ginnastica molto narcisistiche e poco divulgative.

Ascoltare musica, di tutti i generi, senza preconcetti di sorta è un grande modo per accrescere la propria cultura musicale e il proprio vocabolario ritmico. Ho sempre spinto  i miei allievi ad analizzare in tutta la musica che li circonda, il fraseggio, l’uso delle dinamiche, dei passaggi, la scelta dei contrappunti ritmici e delle sonorità.

Daniele Trambusti

INDICE

I consigli del grande Jim Chapin


Il più saggio, ovvio ed utile concetto riguardo alla tecnica di questo meraviglioso strumento, una serie “comandamenti” di Jim Chapin, uno dei più grandi maestri della batteria:

“....non ha nessun senso diventare un gigante della tecnica se non si è un gigante di musicalità.....”


“...la tecnica è un mezzo che serve ad emettere un buon suono e ad organizzarlo con chiarezza...” 

che non vuol dire ancora “suonare musica”.


“...molti batteristi di successo non sarebbero in grado di eseguire questi esercizi a queste velocità, con questa perfezione ma sanno e possono suonare musica con grande comunicativa ed inventiva....”


“....è inutile spendere la propria esistenza a studiare rudimenti sempre più veloci e complessi, impensabili combinazioni di indipendenza se non si concepisce il loro rapporto con la musica e il nostro rapporto con il “groove” e i musicisti con cui interagiamo.

Se li facciamo sentire felici, loro ci faranno felici se trasmetteremo emozioni, avremo in cambio emozioni e tutto suonerà alla grande.....”


Detto da uno dei padri della batteria, spero abbia maggior presa su chi si accinge a passare giornate su paradiddle e affini.


Ci aggiungerò anche il mio modesto parere:


“Tenete sempre presente che la batteria è un bellissimo strumento musicale non un rumorosissimo attrezzo ginnico”

Puoi trovare la

Scuola di Batteria di Daniele Trambusti

e prenotare le tue lezioni a Firenze presso:

 

Dal DVD di uno dei più validi metodi per lo studio in “play-along” Groove Essentials Vol. 1 e 2 (il primo volume è anche uscito nella versione italiana) . Dello steso autore “Great hands for a Lifetime” ha lo scopo di costruire una solida base nel controllo delle bacchette per la “vita”. Mancano solo il vostro lavoro e il controllo di un insegnante.