LEZIONI DI BATTERIA A FIRENZE - Per studiare la batteria con Daniele Trambusti: lezioni.di.batteria@danieletrambusti.it
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Il rullante
Le sue prime notizie si hanno verso l' inizio del secondo millennio, ma in maniera, diciamo così, parallela in diverse culture e civiltà, tanto da non poterne stabilire con certezza l' origine. In Africa, ad esempio, l' uso di fili di budello secchi, appoggiati sulla pelle battente per provocarne il classico "ronzio", è conosciuto fin dall' antichità; gli Arabi importarono in Europa dei tamburi con cordiera vibrante, già usati da secoli nella loro tradizione musicale e parallelamente il "tabor", strumento a doppia membrana, in cui quella battente superiore era attraversata da una striscia di budella secche, apparso da noi durante il medioevo e suonato con una sola mano, può considerarsi il diretto antenato del tamburo suonato con due bacchette.
Le prime tracce ufficiali di esso, si hanno in Svizzera nel XIV secolo, con la fondazione dell' “Associazione dei Maestri Tamburini e Pifferai di Basilea”. Altre importanti scuole di questo strumento, per secoli incontrastato dominatore nella ritmica delle bande militari e delle orchestre, sono quella scozzese e quella francese. Ed è proprio questa sua grande diffusione a farne la figura principale della “nuova” batteria dell' inizio del secolo. I primi rullanti avevano già assunto i connotati attuali (la cordiera era stata trasportata sulla pelle inferiore già nel ‘600) ma che da quel momento avrebbe subito un affinamento tecnico-costruttivo profondissimo. La cordiera vibrante fu dotata di un meccanismo in grado di staccarla e di variarne la tensione a piacimento dell' esecutore e fu separata la tensione delle pelli con possibilità timbriche ampliate. Negli anni cinquanta, con l' invenzione delle membrane sintetiche e l' adozione di cordiere metalliche a vari fili a forma di molla, il rullante raggiunge una grande precisione timbrica e l'uso di diversi materiali, spessori e altezze per la costruzione del fusto, ne diversificano ulteriormente la sonorità.
Si avranno così fusti in legno con una sonorità più o meno corposa a seconda se costruiti in fasciame, cioè a vari strati sovrapposti o in massello e a "doghe" affiancate; la sonorità dei rullanti col fusto in metallo, varia molto a seconda del metallo usato: l' acciaio molto potente e brillante, l' ottone, più colorato e sonoro e il rame dalla sonorità meno ricca di armoniche ma più precisa; infine il fiberglass che ha avuto una grande diffusione negli anni settanta per la sua tipica sonorità cupa e contenuta.
LA STORIA della batteria
La ricostruzione di un Tabor, probabilmente il più antico antenato del rullante
Fonte: Drum Muffler
Un rullante Slingerland “Rolling bomber” del ’44
Il mio Hipercussion Dynamite 14” x 8” in frassino
Due rullanti costruiti con il metodo a doghe affiancate in noce e frassino.
Daniele Trambusti
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