LEZIONI DI BATTERIA A FIRENZE  - Per studiare la batteria con Daniele Trambusti:   lezioni.di.batteria@danieletrambusti.it

I rudimenti

Croce e delizia di tanti batteristi e aspiranti tali, i rudimenti hanno un’importanza fondamentale nello sviluppo del controllo delle bacchette, del fraseggio e del “vocabolario-ritmico”.

Esistono ventisei rudimenti cosiddetti “standard” dal N.A.R.D. (National Association of Rudimental Drummers) che con altri quattordici compongono il nocciolo dei 40 “Percussive Arts Society International Drum Rudiments”. Comunque, perversione delle classificazioni a parte, i rudimenti costituiscono la base di partenza imprescindibile per lo sviluppo del fraseggio ritmico.

Se ne hanno i primi segni in Svizzera all’inizio del Settecento in un periodo in cui la scrittura musicale non era ancora standardizzata. Attraverso Francia e Inghilterra giungono in America dove si hanno, sebbene discordanti tra loro, i primi tentativi di codifica intorno all’inizio del 19° secolo. Verso la fine dell’ ottocento si ha la prima vera pubblicazione da parte di John Philip Suoza, importante compositore di marce militari, di quello che è da considerarsi il primo vero metodo sui rudimenti: “Trumpet and Drum” (1866).

Nel 1933 durante l’American Legion National Convention fu istituito appunto il N.A.R.D. che composto da tredici eminenti percussionisti e musicisti tra cui, tra gli altri, W.F. Ludwig fondatore dell’omonima rinomata factory e J. Burn Moore insegnante di un certo Buddy Rich.

Questi signori individuarono due gruppi di tredici figurazioni ritenute “essenziali”. Il P.A.S. (Percussive Art Society) ai nostri giorni ha poi ampliato il numero dei rudimenti portandolo definitivamente a 40 (clicca qui per il PDF).

Per la gioia di molti vogliosi studenti esistono poi un’infinità di cosiddetti “rudimenti ibridi” frutto della fantasia di tanti percussionisti e batteristi. Non esiste una lista ufficiale di questi rudimenti, la più completa è sicuramente quella di Drumlines.org che conta 128 (!!!) esempi. Potete anche dare dare un’occhiata ai VIC FIRTH Hybrid Rudiments che comunque ricalcano pressoché le stesse figurazioni.

I rudimenti vi daranno la base solida e duratura per il controllo delle bacchette. Il loro studio non deve essere una corsa, non si vince niente, Dopo aver raggiunto un buon controllo e un discreto vocabolario provate a creare i vostri “ibridi” fraseggiando con gli accenti su un brano che conoscete bene. Questo è un buon modo per cominciare a mettere in pratica lo studio creativo ed abituarsi sempre di più al “pensare musicale”. Ricordate che i rudimenti sono degli strumenti a vostra disposizione per creare le figurazioni e i fraseggi funzionali alla vostra espressività. Più ne avrete la padronanza e più il significato che intendete dare ai vostri “discorsi” ritmici sarà chiaro.

Non abbiate problemi a fare e disfare tutte le combinazioni che vi vengono in mente, usatele anche per superare le sfide tecniche che vi impongono.

Ma ricordate sempre: a tecnica è soltanto un mezzo per suonare in maniera rilassata, motivata, sicura e soprattutto efficace. Lo studio serve ad essere positivi ed espressivi ma non ha come obbiettivo finale e fondamentale la velocità estrema. Le scelte artistiche stanno a voi, se avete la necessità di esprimervi in maniera veloce ed “al limite”, preparatevi di conseguenza e fatelo. Ma se il vostro genere espressivo non va “a 200” o se il vostro tempo a disposizione non sarà abbastanza , non dovrete sentirvi incompleti. Nessuno una sera vi dirà mai : “....sei stato molto bravo, ma un po’ lento....”

Buon lavoro e buona musica!

Daniele Trambusti

INDICE

Steve Smith in un’applicazione di rudimenti  su tutta la batteria. Da notare l’uso dell’impugnatura “Francese”

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Steve Smith e il Doppio Paradiddle, due soluzioni.